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DJ CLIVE

In tv andavo in onda alla stessa ora di Beautiful e non mi guardava nessuno

You know, il mio problema è che non ho mai saputo cosa volevo fare da grande, non che io lo sappia oggi. Dopo la laurea, avevo trovato un ottimo posto da insegnante a Oxford, che è una delle due università più prestigiose della Gran Bretagna, ma ero troppo inquadrato, mi spiego: you know, io volevo essere alternativo, so…il football, calcio, era troppo mainstream, troppo plebeo, allora io giocavo a cricket. Il cricket è forse lo sport più noioso del mondo, you know, una partita dura anche tre giorni! E poi venivo da una situazione in cui l’abito fa il monaco e cercando di essere alternativo mi sono invece ritrovato a impersonare un’altra macchietta: il tipico inglese, so british, bleah.
Allora ho mollato tutto e ho fatto il cameriere e poi ho conosciuto un mio amico, l’ho conosciuto perché una volta ha mangiato nel mio ristorante senza pagare, allora l’ho inseguito, you know, l’ho preso e poi siamo diventati amici. Lui mi ha convinto ad aprire un ristorante mio insieme e, anche se si dice che la cucina inglese non è buona, che è vero però ci sono delle eccezioni alla regola, you know, io ero anche diventato un cuoco abbastanza quotato nel Sussex, facevo circa ottanta coperti al giorno…non ho più guadagnato così tanto come quando avevo il ristorante. Neanche con la tv e la radio. Beh, you know, decido di andare a Londra, la città dove le strade sono ricoperte d’oro, come recita un famoso proverbio inglese, che non è vero ma si dice perché la gente spera di andare lì e fare i soldi, io volevo fare il regista, ma il regista vero, you know,  come quelli di Hollywood. Sono finito a fare il venditore porta a porta.
Poi allora col mio amico decidiamo di andarcene e di venire in Italia, era il 1978. Perché sono venuto in Italia, beh, you know, io sono cresciuto in una famiglia di musicisti.
Ho sempre avuto questa grande passione per la musica, ma in casa mia non la potevo ascoltare, o meglio, la musica.

Ho sempre avuto questa grande passione per la musica, ma in casa mia non la potevo ascoltare, o meglio, la musica pop e rock era bandita. You know, mio padre era un grande organista e violinista e voleva solo musica classica in casa. Poi mio fratello è un famoso direttore d’orchestra,  l’anno scorso la regina l’ha anche fatto baronetto, come i Beatles, you know. Allora io per ascoltare la musica leggera, pop, ascoltavo le radio pirata inglesi che trasmettevano dalle piattaforme petrolifere in mezzo al mare o dal Continente, come noi chiamavamo il resto d’Europa. Ecco perché sono venuto in Italia. E mai avevo visto tante pistole come in Italia, you know, in England la polizia non porta armi, forse oggi sì, ma all’epoca solo manganelli. In Italia, invece, quando sono arrivato cercavo di spiegarmi alla dogana nel mio pessimo italiano, non che oggi lo parli molto meglio, you know, e loro mi puntavano addosso le pistole perché erano gli anni del terrorismo e c’era paura degli stranieri.
Sono arrivato a Milano e non c’era posto negli alberghi perché quel weekend c’era la Formula 1, e il problema è che, you know, tutti sanno che gli Inglesi si lavano poco, beh è vero, ma io faccio eccezione e mi lavo tutti i giorni e mi serviva una camera d’hotel per lavarmi, allora ho trovato posto in quello che all’epoca si chiamava “hotel diurno”, dove affittavi anche asciugamani, you know, uno di quei posti che sembra pieno di cockroach, come dite voi, scarafaggi. Poi, col mio amico che è venuto con me, cercavamo un lavoro che avesse a che fare con l’inglese e subito abbiamo trovato un bel lavoro, il tutto è nato da una sua menzogna: lui ha raccontato che io ero il miglior giocatore di cricket del Kent, io giocavo ma non ero certo il migliore, in pratica noi lavoravamo per 1 milione di lire al mese, che ai tempi era una bella somma, you know, però in cambio io dovevo giocare a cricket una volta a settimana. Allora noi, felici, siamo andati a festeggiare, you know e io avevo una macchina, una Mini, ma non quella di adesso, you know, quella originale piccolina. Beh, io avevo parcheggiato vicino alla stazione centrale a Milano e quando siamo tornati alla macchina ci avevano rubato tutto quello che potevano rubare, tranne forse le mutande. Allora abbiamo capito che Milano non faceva per noi e siamo andati a Lucca. Io vivo ancora a Lucca. Oggi tanti ragazzi italiani vanno in England e io sono venuto in Italia, forse è proprio perché quelli della mia generazione che avevano il mito dell’Italia, io poi facevo il cuoco e la cucina italiana, you know, sono venuti qui a portare un po’ di Inghilterra che oggi gli italiani vanno lì. Forse. A Lucca ho fondato una scuola d’inglese, ma c’era già una scuola d’inglese a Lucca che non ci voleva e ci ha minacciati ma noi siamo andati avanti e abbiamo preso il 100% dei suoi iscritti, perché eravamo più bravi.
Come sono arrivato in tv? You know, noi avevamo questa scuola e facevamo corsi un po’ strani, con la musica, insegnavamo come parlavano davvero gli inglesi e non solo la grammatica, insegnavamo le canzoni, allora siamo stati contattati da quella che era la prima tv privata italiana: Tele Elefante. Noi facciamo un provino e il provino va bene, solo che alla fine noi chiediamo “quanto ci date?” e loro rispondono “no, quanto ci date voi per apparire in tv?” allora c’è un attimo di panic, you know, di panico ma poi ci accordiamo per fare lo show gratis. Finisce a tarallucci e vino, you know. Poi ci chiamano su Rai 3 per fare lo stesso programma e uno dei direttori mi fa conoscere un certo Silvio di Milano che stava aprendo un suo canale tv e voleva noi per un programma d’inglese. Ma non ho fatto nessuna delle due cose perché, you know, avevo in ballo un progetto molto più grande e rivoluzionario. Purtroppo siamo stati battuti di pochi mesi da MTV, che però all’epoca era molto diversa da oggi, quindi possiamo tranquillamente dire che la mia Videomusic è stata la prima tv musicale d’Europa.
Io ho voluto iniziare il 1° di Aprile così sembrava uno scherzo, poi Videomusic è diventata il punto di riferimento di chi oggi ha trentacinque anni, ma anche i più giovani si ricordano, magari non di me, you know, ma certamente della tv. Il problema è che col tempo iniziammo ad avere pressioni dai discografici italiani che volevano spingere i loro cantautori, mentre noi volevamo mandare in onda più musica internazionale e fare un discorso più different, you know, di cultura musicale e non solo moda della musica: questa è stata la principale differenza tra Videomusic e MTV.
Ho risolto la questione mandando la musica italiana alla mattina, spacciando San Remo come una cosa easy listening e poi, nel pomeriggio e alla sera mandavamo la musica pop e rock straniera.Così eravamo tutti contenti. Una cosa che ricordo con molto piacere è stato quando ho visto una intervista ad Alberto Moravia, lo scrittore, sulla Rai. Ricordo che gli hanno chiesto se guardava la tv e lui ha risposto: “Ho scoperto il più bel canale tv che potessero fare, si chiama Videomusic, l’hanno fatto i giovani per i giovani, è bellissimo” Ecco,  poi ha continuato a lodare la mia creatura e per me è stato meraviglioso e l’unica cosa che mi dispiace è che non sono mai riuscito a conoscerlo per dirgli: “Thank you”.

Io penso che nella vita non conta niente la politica, non conta niente la religione, ma conta solo l’amore, you know, l’amore quello grande, quello per ogni cosa. Infatti io poi sono arrivato ad un punto che facevo fatica a trovare una ragazza, nel senso che ne avevo tante perché ero famoso, ma non perché ero io. Allora ho cominciato a non sopportare più il successo e ho mollato tutto.
Dato che a Lucca avevo organizzato per due anni il Lucca Comics ed era andato bene, ho voluto provare a fare l’impresario e nel 1992 ho organizzato, a Bologna, Erotica: una fiera sull’erotismo ma non pornografico come molti pensano, infatti venivano anche le famiglie coi bambini. Ecco, questo fu un problema perché avrei preferito vedere più adolescenti, ma comunque mi aspettavo al massimo duemila persone. Ne sono arrivate dodicimila!
Come madrina volevo quella che all’epoca si chiamava “la casalinga di Voghera”, solo che girando per strada a Voghera nessuna ha accettato di fare la madrina per Erotica, allora ho preso Susy Blady. Il primo anno è andato bene, poi una cosa carina è stata quella che ha fatto Rocco Siffredi, che è stato davvero gentile a partecipare, lui era in città per girare alcuni suoi film hard ed è venuto alla fiera a raccontare in modo molto professionale come si realizza un film porno, è stato meraviglioso perché c’erano anche i bambini e lui non è stato per niente volgare. Una cosa invece brutta è successa negli anni successivi, quando altri loschi personaggi dell’ambiente del Porno hanno voluto partecipare e mandavano le loro attrici a fare spettacoli e strip tease.
A me non piaceva e ho detto di smettere e poi anche il Prefetto di Bologna, che era una persona molto gentile e alla mano, mi ha detto: “guarda che se l’anno prossimo sarà ancora così, dovrai vietare la fiera ai minori di diciotto anni”. Io allora ho chiuso la fiera, ma ne ho fatta un’altra.
Questa volta, era il 1995, l’ho fatta a Firenze, Bologna e Roma ed era una fiera sull’ambiente e l’ecologia, l’ho chiamata Ecologica, ma forse era un po’ avanti per quei tempi. Oggi potrebbe funzionare meglio, credo. Infatti ci ho speso un sacco di soldi, tutti i miei risparmi e ho dovuto guardarmi allo specchio e dirmi: “You know Clive, non sei un così bravo impresario come credi, meglio se lasci perdere”.
Tornai alla musica. Alla fiera avevo conosciuto il direttore di Radio Capital che mi ha detto: “Perché tu che sei Clive di Videomusic non hai mai fatto radio?” Che non è vero perché io ho fatto un po’ di radio da ragazzo, al college, you know, ma non radio famose.
Io avevo in mente un programma alla radio per l’inglese, così potevo far sentire la musica e insegnare l’inglese agli italiani che non sapevano molto l’inglese, anche se la Rai ha rifiutato la mia proposta dicendo che gli italiani sapevano l’inglese, well, ok. Avrebbero voluto farmi  insegnare lo spagnolo. Io sono British, non parlo spagnolo!
Io però non l’ho fatto su Radio Capital, ma su Radio Deejay, si chiamava “Word A Day” e riprendeva le canzoni degli spot tv della pubblicità e spiegava lo slang inglese. Poi avevo in mente un altro programma che doveva rappresentare una casa di riposo per vecchi dj, solo che you know, quando ho proposto a Red Ronnie e Claudio Cecchetto di partecipare, loro mi hanno risposto tipo: “Ma io non sono vecchio” e io ho risposto: “Sì, neanche io, ma è per finta” e loro però non hanno voluto. Mi è spiaciuto molto perché l’idea era proprio quella di quattro ex dj vecchietti e pazzoidi nella casa di riposo, assistiti da una bellissima infermiera che sarebbe stata Susanna Huckstep, miss Italia 1984.

L’idea era quella di riprendere il film “Qualcuno volò sul nido del cuculo” in modo simpatico.
Vorrei tornare in tv, sì mi piacerebbe, però amo tanto la radio. Soprattutto in Italia credo ce ci sia bisogno di programmi nuovi alla radio, you know, ogni programma in radio è uguale: c’è sempre un comico, uno che ride alle battute del comico e una femme fatale che fa la brava. Tranne il programma di Platinette che è tutti e tre i personaggi insieme. E’ stata Key Rush a convincermi a venire a Radio Monte Carlo, io avrei voluto portarmi anche il programma, ma Radio Deejay aveva l’esclusiva e ne ho inventato un altro.
Io parlo delle canzoni e dell’inglese in Speak Easy, il mio programma su Radio Monte Carlo perché la gente, quando ascolta la radio, you know, lo fa per la musica, ovviamente, ma vuole anche sapere i titoli delle canzoni che ascolta, ma i dj di oggi non li dicono quasi più. E’ un peccato. E poi si sentono sempre le stesse canzoni. Una cosa brutta ma che a me fa comodo per il mio programma così uso sempre le stesse frasi per spiegare lo slang, ecc…
Io insegno l’inglese, mi piace, ma mi piace anche giocare con la lingua, infatti sulla mia macchina c’è scritto Clive Rides a Colt, che vuol dire: Clive cavalca un puledro, ma la mia auto è una Mitsubishi Colt, you know. L’ha dipinta una ragazza di una scuola di Prato che ha vinto il contest per la grafica della mia auto, era un concorso fra tutti gli studenti delle scuole superiori.
Se siete studenti potete incontrarmi invitandomi nella vostra scuola, se non lo siete più potete ascoltarmi su Radio Monte Carlo tutti i giorni con Speak Easy alle 13:30, 16:30 e 20:30. Bye bye.

 

 

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