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IL VIOLINO DI AUSCHWITZ

29 Marzo 2018 | Recensione a cura di G.A.Z Magazine

LA MUSICA RENDE LIBERI

Il narratore insolito e curioso di questa storia è un violino. È un violino che parla e che dopo tanti anni di silenzio decide di raccontarci la vita della ragazza che per la prima volta ha dato voce alle sue note, muovendone l’archetto.

 

Ogni capitolo è diviso con le scritte poste all’inizio dei brani musicali ed esprimono l’emozione che il musicista deve suscitare nel pubblico, Adagio/Delicato, Sostenuto, Energico/Trionfale, Triste/Lento.

 

Questo violino compie un lungo viaggio fin dalla prima volta in cui viene acquistato per essere regalato dal padre di Eva Maria alla propria figlia.

 

È un amore immediato. Eva Maria soprannominata Cicci ama la musica, tutta la sua famiglia ama la musica. Il violino le sarà accanto per tutta la vita fino alla fine di quella che sarà una vera discesa agli inferi.

 

Dicevamo protagonista il violino, il violino che segue Cicci da una situazione famigliare normale come tante altre a una deportazione ad Auschwitz, in Polonia.

 

Il violino che nasconde dentro di se il messaggio segreto e speranzoso scritto dal fratello Enzo per la sorella.

 

Il violino a cui si rompe la cassa armonica e riporta la sua musicista nelle situazioni più tenebrose del campo di concentramento e ancora, il violino che viene ritrovato da Enzo una volta che le armate russe giungono ad Auschwitz e liberano i prigionieri sopravissuti.

 

Un violino che ritorna dal liutaio dopo che l’Italia viene liberata dal nazi-fascimo e lo stesso violino che viene ritrovato presso un antiquario di Torino dal Signor Carlo Alberto Carutti , ingegnere milanese e collezionista di strumenti musicali che ne riconoscerà il pregio, è un Collin-Mézin con una stella di Davide incisa sulla parte posteriore. E da qui si scoprirà tutta la storia di Eva Maria.

 

Una storia purtroppo vera che ci lascerà a conclusione di questa vicenda un'unica domanda che il violino si pone e pone a noi tutti: com'è possibile che nell'essere umano convivano allo stesso tempo una tale bellezza come la musica insieme a delle atrocità simili a quelle perpetuate nell’Olocausto? A questa domanda non troviamo risposta ma di sicuro la musica è regina  indiscussa in questa storia. Salvifica per l’anima, la musica è speranza , la musica è vita, la musica e Libertà.

 

L’accompagnamento al racconto è delicato e penetrante nelle illustrazioni di Cinzia Ghigliano.

 

L’autrice, Anna Lavatelli, riesce a trasmettere in questo libro la convivenza della bellezza con l’orrore, in modo sublime, non a caso è una delle più note scrittrici per ragazzi.

 

Redazione

G.A.Z Magazine

Il violino di Auschwitz

Anna Lavatelli

Editore: Interlinea

Collana: Le rane

Anno edizione: 2018

ISBN: 978-88-6699-115-1

Età di lettura: Da 8 anni

Pagine: 88

Cicci ha tutto ciò che una ragazza possa desiderare: una vita bella e agiata, una famiglia che le vuole bene, tanti amici e una grande passione per la musica. Ma è ebrea e durante la guerra tutto cambia. Le rimarrà solo il suo violino, da cui non si separerà a nessun costo. Sarà proprio lui a raccontare, dopo un lungo silenzio, la lenta discesa di Cicci verso l'inferno del campo di concentramento di Auschwitz, dove sarà costretta a suonare per le SS. Scoprirà però che la musica rende liberi.

 

Anna Lavatelli è nata e risiede a Cameri (Novara). Laureata in Filosofia, ha insegnato Lettere nelle scuole medie. Come scrittrice si è cimentata nei generi più diversi, con una particolare attenzione alle tematiche della società che più influenzano la vita dei ragazzi. 

Nel 2005 ha vinto il “Premio Andersen - Il Mondo dell’Infanzia” come miglior autrice.

 

 

 

 


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