Padre Puglisi è stato assassinato il 15 settembre 1993 nel giorno del suo 56° compleanno.
Perché la mafia lo ha assassinato?
Perché non aveva paura e perché proponeva ai suoi ragazzi che frequentavano il centro ricreativo Padre Nostro nel quartiere palermitano Brancaccio, lo sport e lo studio come antidoto culturale al modello imperante di vita malavitosa che la strada poteva offrir loro. Le sue uniche armi erano le parole: parole pericolose, parole che conducono alla libertà, alla giustizia, alla presa di coscienza, nelle menti giovani e ancora in erba del quartiere (e qui sta la storia vera).
L’autrice, Simona Dolce, si immedesima nel protagonista (e qui sta il romanzo), un ragazzino di otto anni a cui solo il parroco 3P sa rispondere a cosa significhi la parola mafia.
3P è un padre spirituale, certo, ma soprattutto, e questa è la sua vera importanza civile, è un educatore appassionato che tramite le parole, non insegna cosa è bene o male, ma scuote le coscienze e le responsabilizza.
“La mia vita all’ombra del mare” è il libro delle parole, parole che fanno crescere. Parole che gli adulti spesso relegano al loro mondo di grandi incapaci di spiegarle ai più piccoli.
Le parole fanno paura: mafia, violenza, povertà. Le parole spaventano: coraggio, libertà, giustizia.
Le parole dividono: buoni o cattivi. Le parole uniscono: gruppo, comunità, coscienza collettiva.
Come si sorpassa la sottile linea di bambini per diventare adulti? Con le parole.
Salvatore ha otto anni e vive in un quartiere difficile diviso fra gli amici di pianerottolo che lo insultano quando inizia a frequentare il centro del parroco di Brancaccio “S’i fango come Puglisi”, e la famiglia che deve reagire a quel fratello maggiore che sta prendendo una brutta strada “mafioso”.
Parole sprezzanti ed edificanti si mischiano a quelle di Padre Pino Puglisi “Voi bambini dovete studiare e giocare, non dovete avere paura dei grandi”, parole che superano il senso di significato per imprimersi nei tuoi neuroni per tutta la tua vita da adulto “-Io sono sicuro che in realtà qui dentro conosci benissimo la risposta. E indica il punto esatto in cui il cuore gli batte così forte che sembra volere uscire dal petto.”
Se il bene e il male convivono fra i tuoi genitori e i tuoi amici, se tuo fratello è bene e male, allora sta a te con i tuoi otto anni e con la tua coscienza decidere da che parte schierarti, non ci sono porti sicuri, ma puoi coltivare la tua consapevolezza e decidere chi NON essere da grande.
Le parole diventano metafora, poesia, pensiero e coscienza per aiutarci a capire chi siamo e scegliere da che parte stare fin da piccoli.
Le parole degli adulti, quelle dette, diventano modelli per i bambini.
Le parole degli adulti non dette, generano vuoto di coscienza.
E i bambini rimangono soli nella fase più delicata della loro crescita, quella in cui, come per Salvatore, in un’estate diventano adulti.
All’interno del libro, una lettera di Maria Falcone, Presidente della Fondazione Giovanni e Francesca Falcone.
Redazione
G.A.Z Magazine